Apre nel 2023 la Fabaria, via dell’acqua e della lava che attraversa la Sicilia

Apre nel 2023 la Fabaria, via dell’acqua e della lava che attraversa la Sicilia

Sarà inaugurata l’anno prossimo la via che collega 20 comuni siciliani, dalle spiagge del mediterraneo all’Etna offrendo panorami mozzafiato 


Dal mare alla “Muntagna”, così viene chiamato l’Etna dai siciliani, un percorso con panorami mozzafiato unici e due varianti secondarie sulle tracce del mito e della storia normanna. La Fabaria, via dell’acqua e della lava è un itinerario che collega Girgenti (Agrigento) a Catania e l’alta valle del Simeto.

Agrigento, Sicilia, Italia / Commons Wikimedia @trolvag

È un percorso di 300 chilometri molti dei quali dominati dal paesaggio che solo l’Etna è capace di offrire. Le tappe sono 14 mentre si attraversano 5 province (Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, e Catania) su sentieri, battigia, trazzere pubbliche e strade a basso traffico veicolare, quest’ultime offrono una connessione intermodale col servizio ferroviario.  

«La via Fabaria è un viaggio che conduce in un territorio ricco di sapori e tradizioni di un Oriente qui sentito più vicino», racconta Irene Marraffa, la creatrice del cammino insieme a Davide Comunale e Salvatore Balsamo e riportato da Frecce Fs News «Quando l’abbiamo percorsa per la prima volta l’abbiamo denominata “la bellezza violata”, per sottolineare come il suo incredibile splendore sia stato abusato da opere umane invasive, come il polo petrolchimico di Gela, il Muos di Niscemi, la base aerea di Sigonella. Oltre ai danni dell’alluvione di Licata e la presenza di discariche in prossimità della piana di Lentini-Catania. Ma per fortuna il territorio sta facendo molto per restituire ciò che l’uomo ha sottratto ai paesaggi. Per esempio, Gela ospita anche il più grande museo archeologico di Sicilia dopo Siracusa e Palermo. Una parte fondamentale di questo lavoro nasce dalla consapevolezza degli abitanti, che si sono organizzati anche in comitati di accoglienza per supportare il Cammino: verificano i percorsi, ci aiutano con le ricognizioni, organizzano eventi per far conoscere l’itinerario. Sono loro il motore della rinascita». 

Il cammino da Agrigento si dirige a Oriente unendo strade di epoche diverse: dalla via selinuntina del III secolo d. C. alla via normanna che collegava la costa con l’interno fino a Lentini. Una via ricca di storia con una variante di costa, che collega i punti delle stationes di sosta romane come Dedalioo Plintis.

Caltagirone – Commons Wikimedia @Carlo Pelagalli

C’è anche una variante di monte che passa per i castelli di Naro e Ravanusa e Butera. La via prosegue verso Niscemi, Caltagirone, Grammichele, Mineo e Militello, Leontini prima di raggiungere Catania. C’è anche una variante verso i Monti Iblei e le barocche Ibla e Modica (SR). La via principale, invece, segue il Simeto, lungo il versante ovest dell’Etna, fino all’abbazia di Santa Maria di Maniace, destinazione finale dell’itinerario.