Resistenza partigiana, c’è il sentiero in ricordo della Battaglia di Fonteno

Resistenza partigiana, c’è il sentiero in ricordo della Battaglia di Fonteno

Inaugurato un nuovo sentiero della Resistenza bergamasca. E’ “La strada della battaglia di Fonteno”. I fatti raccontati in 8 punti sosta con pannelli e totem


Fontena (Bs). E’ stato inaugurato il sentiero in memoria della battaglia di Fonteno che vide contrapposte le truppe fasciste comandate dal maggiore Fritz Langer e la 53esima Brigata Garibaldi dopo che il maresciallo della caserma di Sovere ordinò l’arresto di alcuni residenti di Fonteno per deportarli in Germania, nell’agosto del 1944.

Il sentiero, molto suggestivo, ripercorre i momenti della più importante battaglia svoltasi fra i comuni di Fonteno, Adrara San Rocco e Endine Gaiano grazie a otto punti sosta dotati di totem, fotografie, pannelli illustrativi e spiegazioni multilingua su come e dove si svolsero i fatti con i suoi protagonisti.

la mappa della “Strada della battaglia di Fonteno”

E sono fatti unici che testimoniano la tenace e organizzata Resistenza locale guidata da Giovanni Brasi “Montagna” e Giorgio Paglia “Tenente Giorgio” che riuscirono a limitare l’azione militare dei tedeschi fino a costringerli alla resa liberando così le zone occupate.

Il lungo lavoro di Anpi e comuni per il sentiero

La “strada della battaglia di Fonteno” è frutto di un lungo lavoro condotto da ANPI Provinciale con le Sezioni Valle Calepio – Val Cavallina, Endine Gaiano e Lovere, e con il sostegno fondamentale non solo dei Comuni di Fonteno, Adrara San Rocco, Endine Gaiano e Trescore Balneario ma anche di Comunità Montana Laghi Bergamaschi, FIEB – Fondazione Istituti Educativi di Bergamo e Arci Lombardia.

L’inaugurazione della “Strada della Battaglia di Fonteno”

Il percorso è stato inaugurato il 23 luglio di quest’anno, con una giornata di eventi a cui hanno partecipato associazione e autorità dei comuni interessati. Il gruppo ha percorso il sentiero soffermandosi sugli otto punti d’interesse dell’itinerario fino a Valmaggiore di Endine. Li, nei giorni della battaglia le sorelle Carolina e Ida Colombi insieme ad altre antifasciste della zona, crearono un’infermeria clandestina per i combattenti partigiani dove vennero nascosti e medicati per settimane, fino al termine della battaglia.