Via Francigena, bene confiscato alla mafia diventa un ostello

Via Francigena, bene confiscato alla mafia diventa un ostello
Dopo la confisca la struttura è stata ristrutturata. L’Ostello dei popoli, gestito da una cooperativa, è pronto ad ospitare viandanti e turisti.

Cerignola (Fg). È diventata una piccola struttura ricettiva uno degli edifici confiscati alla criminalità locale ed inaugurata due giorni fa, in occasione della Giornata Europea delle Fondazioni.

La struttura prima della ristrutturazione

Situato sulla Via Francigena del Sud in Contrada Scarafone a Cerignola, il bed & breakfast Ostello dei popoli è composto da due camere per gli ospiti, bagni e cucina condivisa. Nello stesso immobile trova spazio anche la Bottega Solidale per la produzione e la vendita di prodotti a km 0 o provenienti da circuiti etici e solidali. 

“Oggi splende il sole – ha detto il sindaco di Cerignola, Francesco Bonito -. L’inaugurazione di oggi è l’ennesima prova di una città assolutamente vitale che vuole vivere nella legalità e sa scegliere da che parte stare. Questo bene apparteneva ad una delle famiglie mafiose della nostra città, nominata dal presidente della Repubblica nel decreto di scioglimento del Comune. Una famiglia mafiosa ancora operante. Ma oggi questa struttura torna alla comunità, il male viene sostituito con il bene”. 

L’Ostello dei Popoli è stato inaugurato il 30 settembre 2022

La ristrutturazione e la nuova destinazione d’uso della struttura è legata al progetto “Il fresco profumo della libertà”, selezionato nell’ambito della quarta edizione del Bando Beni Confiscati alle mafie 2019, promosso dalla Fondazione Con il Sud insieme alla Fondazione Peppino Vismara.  

L’Ostello dei Popoli sorge su Terra Aut realtà ideata nel 2012 dal fratello di Peppino Impastato. Il terreno confiscato alla criminalità organizzata è stato assegnato nel 2011 alla cooperativa sociale Altereco

«Il taglio del nastro del B&B» spiega Vincenzo Pugliese – presidente di Altereco – «è un primo traguardo del progetto più ampio de “Il fresco profumo della libertà”, che prevede anche la realizzazione di un orto sociale e l’implementazione di una serie di attività di promozione del territorio per favorire l’inclusione socio-lavorativa di persone in condizione di svantaggio»