In cento all’ambasciata iraniana per il viandante detenuto 

In cento all’ambasciata iraniana per il viandante detenuto 

Oltre cento persone hanno manifestato silenziosamente davanti all’ambasciata iraniana in Spagna per chiedere la liberazione di Santiago Sanchez Cogedor  

Ha letto a voce alta una lettera all’ambasciatore iraniano a Madrid Hassan Ghashghavi prima di spostarsi in un angolo a piangere. Lei Celia Cogedor, madre di Santiago Sanchez, il viandante in cammino da Madrid al Quatar, arrestato il 2 ottobre in Iran.

Santiago Sanchez aveva già percorso a piedi oltre 5.000 chilometri e il giorno prima dell’arresto aveva postato una sua immagine che lo ritraeva felice, poco lontano dal confine.

Il viandante spagnolo è stato arrestato per avere scattato una foto alla tomba di Masha Amini, la giovane deceduta in carcere la cui morte ha scatenato le rivolte in tutto il paese.

La manifestazione è stata silenziosa, un atto dimostrativo per attirare l’attenzione delle autorità iraniane e riuscire a fare liberare Santiago Sanchez.  

“In nessun modo intendeva minacciare la sicurezza dello Stato dell’Iran. Se avrebbe potuto offenderli in qualche modo, io, sua madre, mi scuso a nome suo, anche se sono sicuro che lo ha già fatto anche lui” si legge nella lettera. La donna è riuscita anche ad incontrare l’ambasciatore iraniano col quale ha bevuto un the spiegando al diplomatico l’animo buono del proprio figlio. L’ambasciatore iraniano ha rassicurato la donna sulle condizioni di salute del figlio ed ora gli amici e i parenti del viandante detenuto sperano nella sua liberazione.